Il mare d'inverno
Una passeggiata da Torre S. Andrea a Torre dell'OrsoPartenza: Torre S.Andrea
E’ una bellissima mattinata invernale e ci fa venir voglia di fare una passeggiata al mare. Scegliamo così di percorrere il sentiero che collega la marina di Torre S.Andrea alla spiaggia di Torre dell’Orso, località del Comune di Melendugno (Le).
Al nostro arrivo salutiamo prima l’iconica piccola spiaggia del porticciolo di S.Andrea, che in questo periodo dell’anno è ricoperta da una coltre di Posidonia, e poi ci mettiamo in marcia verso la nostra meta.

Scorcio di Torre S.Andrea

Lu Pepe
Prima fermata: lu Pepe
Prima tappa obbligatoria, sul cammino che va da S.Andrea a Torre dell’Orso, è lu Pepe. Lu Pepe è uno degli esempi di architettura spontanea più scenografici della costa pugliese, e a ragion veduta: questi faraglioni di pietra calcarea, modellati dal vento e dal mare e stagliati su un incantevole distesa di acqua dai toni verde e blu, sono una vera goduria per gli occhi. Il più suggestivo tra questi è senza dubbio l’ Arco degli Innamorati, un arco naturale dove è possibile nuotare attraverso.
Ci fermiamo un po’ qui ad inseguire il sole che si nasconde tra le nuvole e che al momento giusto sbuca fuori per regalarci lo scatto tanto atteso.
Incontri “spontanei”…
Lasciati alle spalle i faraglioni di Torre S.Andrea ci addentriamo nel vivo del percorso e iniziamo a fare i primi incontri della giornata. Incrocia i nostri passi un tappeto di Malva sylvestris, la malva selvatica. Curiosità: la malva è famosa per le sue proprietà antinfiammatorie, emollienti, espettoranti e rinfrescanti. Secondo i dettami della Scuola Medica Salernitana la malva da ogni male salva!

Malva sylvestris
Proseguendo poco più in là ecco che ci troviamo di fronte ad un rigoglioso cespuglio di mirto carico di bacche mature. Il Myrtus communis o Mirto comune o ancora, dialettalmente, “murteddha”, è un arbusto sempreverde, spontaneo della regione mediterranea. Presso gli antichi, il mirto era sacro ad Afrodite e quindi considerato simbolo dell’amore.

Myrtus communis
La Colonnina
A questo punto del tragitto non possiamo fare altro che ammirare la distesa di mare mozzafiato che si staglia alla nostra destra: siamo a La Colonnina. La Colonnina è una cala rocciosa che fa da degna contro parte a Lu Pepe, d’estate è però presa un po’ meno d’assalto di quest’ultimo perché un po’ più faticosa da raggiungere. Per noi ne vale assolutamente la pena: anche qui abbiamo un arco di roccia naturale nel quale è possibile nuotare e, inoltre, i colori che riesce ad assumere il mare in questo anfratto sono tra i più suggestivi dell’area.

La Colonnina
Acqua duce e Scala de lu Barone
Poco più in là de La Colonnina, proseguendo in direzione Nord, incontriamo un approdo molto apprezzato da bagnanti e pescatori del luogo: l’Acqua duce. L’Acqua duce non è una meta spettacolare come le vicine dicuisopra, ma a noi piace proprio per questo: riesce, nella sua semplicità, a regalare qualche ora di mare in tranquillità anche nelle giornate estive più affollate.
Superata l’Acquaduce notiamo che ai margini del sentiero battuto, qui tra un’insenatura di mare e l’altra, fanno capolino diverse specie di piante selvatiche locali: è il caso, ad esempio, del Plantago serraria o piantaggine seghettata e de l’Echium vulgare, la viperina azzurra. Quest’ultima è una pianta che vive spontanea nelle terre incolte, aride. Curiosità: l‘etimologia del nome deriva da greco echis ovvero vipera, per la somiglianza del frutto alla testa del serpente.
A questo punto siamo a metà strada e infatti abbiamo raggiunto la Scala de lu Barone, un’insenatura particolare dotata di una scala in pietra e di un portale molto suggestivo che portano ad una piccola spiaggia di scogli. Questo posto è perfetto per chi del mare adora l’essenza più pura.

Echium vulgare

Scala de lu Barone
Dopo qualche momento contemplativo ci rimettiamo in marcia ma, solo dopo pochi passi, incrociamo un esemplare di Juniperus oxycedrus, il ginepro coccolone, e non possiamo non fermarci un momento. Il ginepro coccolone è un arbusto, talora albero, il cui tronco ha la particolarità di avvitarsi. In alcune zone del Salento sono presenti degli esemplari di grandi dimensioni dalle forme eccentriche.
Salutiamo il ginepro e proseguiamo verso la nostra destinazione. Dopo poco quasi ci siamo: riusciamo a vedere la Torre e alcune case. Prima di attraversare l’ultimo tratto del sentiero S.Andrea – Torre dell’Orso, però, ci fermiamo a fotografare l’Allium commutatum o aglio delle isole. Si tratta di una pianta erbacea perenne, spontanea, che vive su litorali sia rocciosi che sabbiosi.

Allium commutatum
Tappa finale: Torre dell’Orso
Percorriamo ora l’ultimo pezzo di strada che ci separa dalla spiaggia di Torre dell’Orso: di fronte a noi abbiamo un paesaggio brullo, quasi lunare. La vegetazione è infatti quasi del tutto assente. Ci piace così tanto che ci fermeremmo ancora un po’ ma iniziamo già a scorgere qualcosa di troppo invitante, pochi passi infatti ci separano dagli scogli de Le Due Sorelle. Si tratta di due grandi faraglioni di pietra calcarea bianca che si ergono in tutta la loro maestosità a poca distanza dalla spiaggia. La leggenda narra che proprio tra queste acque persero la vita due sorelle i cui corpi si trasformano in questi due splendidi scogli.
E’ da questo punto della scogliera che iniziamo la discesa verso il mare e in pochi minuti siamo finalmente alla spiaggia di Torre dell’Orso. Svuotata dai lustri estivi, si presenta a noi in tutta la sua più pura bellezza: mare, sabbia, pietra e qualche manipolo di pescatori. Ci fermiamo a contemplare le sue acque cristalline e a esplorare qualche grotta scavata nella scogliera ma senza indugiare troppo ci apprestiamo a percorrere il sentiero del ritorno, del resto si sa, è inverno e fa buio presto.


Le Due Sorelle
Così si conclude la nostra passeggiata a mare d’inverno. Vedete, anche l’inverno in Salento, grazie alla sua peculiare illuminazione, riesce a regalare delle prospettive uniche. Questo, ad ogni modo, è solo uno dei tanti percorsi presenti nella nostra zona, presto vi racconteremo anche degli altri.

Spiaggia di Torre dell’Orso
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Bibliografia
– Bleve G., Flora. Fiori spontanei del Salento, Fasano, Schena Editore, 1998;
– Palombi D., Monastero S. Maria della Consolazione PP. Cistercensi Martano, Erbario salentino. Erbe e piante medicinali del territorio di Martano e zone limitrofe, Lecce, Edizioni del Grifo, 2005;
– Ditonno N.M., Lamusta S., Nardone D., Fave e Favelle. Le piante della puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione. Aforismi – modi di dire – farmaci – cosmetici, Lecce, Centro di Studi Salentino, 2012.