Alla ricerca delle Ophrys

Alcuni momenti tra le orchidee spontanee salentine

Le Oprhys

E’ primavera, la natura esplode di colori e noi siamo felici di poter osservare ogni giorno la nascita di nuove fioriture. Tra i mille e più fiori spontanei di cui avremmo potuto parlare per omaggiare questa stagione abbiamo scelto di raccontare di alcune particolari orchidee selvatiche che crescono anche qui in Salento: le Ophrys.

Le ofridi sono un genere di pianta appartenenti alla famiglia delle orchidee, tipicamente diffuse nel bacino del Mediterraneo. Fioriscono, tra marzo e maggio, nei prati incolti, dove domina la macchia mediterranea e sono indicatori di salute ambientale. Sono così piccole che se non stiamo attenti potremmo non farci caso, ma il bello sta proprio lì: è quando indirizziamo la nostra curiosità verso di esse che si manifestano a noi. Attenzione: qui parliamo di ricerca rivolta ad un’osservazione consapevole e non incentiviamo assolutamente la raccolta di queste piante, che sono per di più una specie protetta.

Curiosità: il nome Ophrys deriva dal greco e significa “ciglia”, probabilmente in riferimento alla peluria vellutata presente sui fiori della pianta. La gente del posto le chiama “scarpette” poiché ricordano la forma di una scarpa.

Oprhys incubacea

Quando la prima Ophrys incubacea o ofride piccola, incrocia i nostri passi nel mese di Marzo, significa che la primavera è ormai alle porte. Questa pianta si distingue grazie ai suoi fiori bruni e vellutati. Curiosità: nel Medioevo i suoi bulbi erano usati contro le ulcere e le piaghe.
Le Oprhrys sono piccole piante che non superano in genere i 50 cm di altezza; l’ofride piccola, a dispetto del suo nome, è proprio una delle più alte e quindi anche più semplice da individuare.

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Oprhys incubacea
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Ophrys lutea

Ophrys lutea

Giunto aprile ecco che quasi tutte le nostre Ophrys sono in fiore e, durante una passeggiata nella macchia, può capitare  d’incontrare l’Ophrys lutea o ofride gialla, così definita per il suo labello dal colore giallo. Essa predilige posti umidi, oltre che quelli secchi e soleggiati. Se ne possono vedere molte da queste parti, l’inconfondibile colore dell’infiorescenza le rende altresì particolarmente appariscenti.

Ophrys neglecta

Poco distante dall’ofride gialla ecco che fa capolino l’Ophrys neglecta o ofride negletta. Questa varietà di Ophrys fiorisce tra aprile e maggio e ha fiori rosa e verde chiaro, con una macchia brunastra al centro. Il nome deriva dal latino “neglecta” cioè trascurata, questo forse perché, trattandosi di una sottospecie, tendeva ad essere meno considerata rispetto ad altre sue simili dai fiori più grandi.  Per noi è una delle più delicate, ed è sempre un piacere imbattersi in lei.

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Ophrys neglecta
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Ophrys apulica

Ophrys apulica

L’Ophrys apulica o ofride pugliese è forse quella dall’aspetto più esotico: i petali color fuxia e il labello brunastro maculato la rendono una vera bellezza nostrana. E’ stata definita “pugliese” in quanto originariamente identificata proprio qui, in Puglia; successivamente, però, viene avvistata anche in altre regioni dell’Italia centro-meridionale. Costituisce dunque un endemismo per questo territorio.

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Macchia mediterranea, l’habitat naturale delle Ophrys
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Ophrys Bertolonii

Ophrys Bertolonii

Quella di cui raccontiamo ora è senza dubbio l’Ophrys dall’aspetto più curioso e singolare: Ophrys Bertolonii o ofride di Bertoloni, dal nome del suo scopritore. Il fiore di questa varietà possiede petali rosei o rosso-violacei e si contraddistingue per la peculiarità del suo labello che appare come una sella, lucida al centro. Che effetto trovarsi davanti a questi fiori, sembra che ci stiano facendo la linguaccia!

Ophrys bombyliflora

e

Ophrys candica

L’Ophrys bombyliflora o ofride di Bombo, è veramente piccina e anche il suo fiore vellutato e scuro lo è; il nome deriva proprio dalla somiglianza tra quest’ultimo e il bombo (un insetto della famiglia delle api).  

È molto diffusa da queste parti come nel resto del bacino del Mediterraneo. 

L’ultima ophrys incontrata nelle nostre passeggiate di questo periodo è l’Ophrys candica o ofride candica o ancora ofride di Creta, in quanto il primo avvistamento avvenne proprio su quest’isola. Essa è infatti maggiormente rinvenibile nei territori del Mediterraneo orientale.

 L’Ophrys candica presenta una delicata infiorescenza rosa con labello brunastro vagamente maculato. Secondo noi ricorda moltissimo l’Ophrys neglecta, cosa ne pensate? Quest’anno, a dire il vero, non abbiamo ancora incontrato molte Oprhys candica, ma non appena potremo spingerci un po’ più in là nelle nostre passeggiate rimedieremo.

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Ophrys candica
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Ophrys bombyliflora

Siamo giunti alla fine di questa passeggiata virtuale in Salento tra queste particolari orchidee spontanee. Per noi è stato molto appassionante andarne alla ricerca, confrontarle tra loro per farne emergere similitudini e differenze: ci siamo sentiti come dei bambini in una caccia al tesoro. Il tesoro, però, in questo caso, lo abbiamo lasciato lì, nella terra e di loro, delle Ophrys, abbiamo rubato solo alcune immagine e il ricordo di semplici e preziosi momenti trascorsi in mezzo alla natura. 

Questi fiori, e molte altre piante ed infiorescenze, si possono incontrare durante le nostre esperienze guidate in Salento e nel laboratorio Su li Kaliani“, dove vivono in autonomia e in simbiosi con il territorio moltissime specie vegetali autoctone.

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Bibliografia

– Palombi D., Monastero S. Maria della Consolazione PP. Cistercensi Martano, Erbario salentino. Erbe e piante medicinali del territorio di Martano e zone limitrofe, Lecce, Edizioni del Grifo, 2005;

Ditonno N.M., Lamusta S., Nardone D., Fave e Favelle. Le piante della puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione. Aforismi – modi di dire – farmaci – cosmetici, Lecce, Centro di Studi Salentino, 2012.